Francesco Baicchi, in memoria
Di Domenico Gallo
L’immatura scomparsa di Francesco Baicchi, che ci è stato sottratto da una malattia crudele ed ingiusta, ci pone di fronte al mistero di una vita illuminata da una straordinaria passione civile guidata dall’amore per quelle conquiste di civiltà che l’umanità si è data a partire dalla rivoluzione francese per approdare alla Costituzione italiana, alla Carta dell’ONU, alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La sensazione di una perdita irreparabile di un amico con una personalità fuori dal comune, il senso di vuoto e di smarrimento provocato dalla morte, in noi sono temperati dalla consapevolezza che Francesco, con la testimonianza della sua vita ci ha trasmesso una dimensione di senso che arricchisce la nostra vita, rende più salda la nostra coscienza e più leggero il nostro viaggio. Aver conosciuto Francesco, ed essere stati, anche solo parzialmente, coinvolti nella sua avventura umana sulla frontiera del sogno di una umanità riconciliata nella giustizia, nella fraternità e nella pace, è un privilegio che nessuno ci può togliere e di cui possiamo essere orgogliosi.
Francesco è nato nel 1946 a Parigi da un padre italiano esule in Francia, come tanti antifascisti e da una madre francese di origine polacca. Non ha mai conosciuto sua nonna
Deportata ad Auswicht, da cui non è più tornata. Suo padre e sua madre hanno conosciuto le angosce, i dolori ed i timori di quanti hanno partecipato alla resistenza a Parigi. Da questo contesto ambientale e famigliare è partito Francesco. Qui c’è la radice del suo antifascismo, che non è mai stato di maniera, ma frutto di convinzioni profondamente radicate che hanno orientato una scelta di vita, a cui è stato sempre fedele. L’antifascismo di Francesco si sostanziava nell’abbracciare e nel sentire profondamente dentro di sé i valori di quella Costituzione che in Italia è il frutto diretto dell’esperienza, dei sogni e delle aspettative della Resistenza.
L’orizzonte della Costituzione è stato l’orizzonte della sua vita, il motore primo del suo impegno civile che ha vissuto le sue vette più alte nell’impegno nel Comitato referendario presieduto dall’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. A fianco di Scalfaro, di intellettuali come Rodotà, Azzariti, Villone e tanti altri, Francesco ha portato avanti una miriade di iniziative e quando il referendum del 25 /26 giugno 2006 ha segnato una sonora sconfitta del progetto eversivo della Costituzione portato dalla riforma Berlusconi-Fini, il risultato è stato frutto anche del lavoro appassionato e generoso di Francesco. Lavoro che non si è fermato, è continuato anche dopo sul filo dei valori dell’antifascismo, approdando, senza soluzione di continuità, al Comitato per il No al referendum sulla riforma Renzi/Boschi. Per raggiungere lo straordinario risultato del 4 dicembre 2016, migliaia di cittadini italiani si sono messi in movimento spontaneamente ed hanno battuto tutte le piazze percorso tutte le strade, prodotto distribuito volantini e manifesti, organizzato eventi di vario genere, prodotto testimonianze video, cortometraggi, percorso le piazze virtuali creando comunicazione dal basso in modo così diffuso da raggiungere e superare lo share dei grandi mezzi di comunicazione di massa, orientati in modo quasi totalitario a favore della riforma. Un esercito di formiche si è messo in moto ciascuno recando un chicco di grano, tutti insieme per sfornare il pane della democrazia. Francesco, con il suo impegno generoso ed in stancabile è stato uno dei fornai più attivi ed il pane della democrazia che ha sfornato lo abbiamo mangiato tutti.
Ma non è bastato l’impegno prezioso di Francesco e dell’esercito di formiche che si è messo in moto nel 2016. L’attacco alla Costituzione è proseguito più virulento che mai e adesso il Governo più spostato a destra che abbiamo mai avuto d’Italia si prepara a fare la pelle alla Costituzione e ai valori repubblicani con il progetto dell’Autonomia differenziata e del Presidenzialismo. Il contrasto al progetto antirepubblicano dell’Autonomia differenziata è stato oggetto dell’ultima battaglia condotta da Francesco con impegno e abnegazione, finché le forze gliel’hanno permesso. Il successo della raccolta firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare che è approdata in Parlamento con oltre 100.000 firme, è frutto di un suo contributo rilevante.
La campagna contro l’Autonomia differenziata si è intrecciata con la lotta per la pace, quando gli orizzonti internazionali si sono oscurati per lo scandaloso ritorno della guerra in Europa ed è stato per lui fonte di grande dolore, negli ultimi giorni della sua esistenza, assistere allo scempio di una violenza atroce e insensata in Medio Oriente.
Adesso che l’avventura umana di Francesco Baicchi si è conclusa, a noi rimane un patrimonio prezioso, il lascito di un intellettuale dalla parte delle irretrattabili conquiste di civiltà a cui l’Umanità faticosamente è approdata all’uscita della seconda guerra mondiale.
Il lascito di Francesco si fonde con il monito sempre vivo di Bertold Brecht:
E voi, imparate che occorre vedere
e non guardare in aria; occorre agire
e non parlare. Questo mostro stava,
una volta, per governare il mondo!
I popoli lo spensero, ma ora non
cantiamo vittoria troppo presto:
il grembo da cui nacque è ancor fecondo.