Premierato, riforma elettorale, autonomia differenziata: anche il CDC promuove “La Via Maestra”

Agenzia e sito di informazione Adista – 5 settembre

Alla grande manifestazione del 7 ottobre a Roma (v. Adista Notizie n. 29/23) ci sarà anche il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (CDC). L’evento “La Via Maestra” – convocato dalla Cgil e da una fitta rete di oltre 100 sigle della società civile, tra le quali Acli, Action Aid, Anpi, Arci, Articolo 21, Associazione Laudato si’-Un’alleanza per il Clima, la Terra e la Giustizia sociale, Cgil, Cittadinanzattiva, Cnca, Comunità San Benedetto al Porto, CDC, Emergency, Europe for Peace, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Greenpeace, Gurppo Abele, Legambiente, Libera, Rete Italiana Pace e Disarmo, Sbilanciamoci!, WWF – prende le mosse dal dettato costituzionale (“la via maestra” appunto) per ribadire che lavoro, salute, istruzione, giustizia sociale e climatica, pace, democrazia e partecipazione sono diritti fondamentali che devono essere «esigibili ad ogni latitudine e in ogni luogo del nostro Paese, da Sud a Nord, dalle grandi città alle campagne e alle zone interne».

Nell’ambito della manifestazione, che riunisce organizzazioni che si occupano di diverse questioni calde (giustizia sociale, pace, ambiente, ecc.), il CDC «sottolinea in particolare l’impegno contro il progetto governativo dell’autonomia differenziata, evidenziando come la riuscita raccolta di firme (oltre centomila) in calce alla proposta di legge popolare (attualmente già in discussione al Senato) di revisione costituzionale per la modifica del terzo comma dell’articolo 116 e dei primi tre commi dell’articolo 117, introdotti dalla sciagurata riforma del 2001, sia uno strumento concreto per mettere i bastoni tra le ruote al disegno di disarticolare il nostro Paese attuando di fatto una secessione dei ricchi».

In piazza a Roma, spiega ancora il Coordinamento, saranno rappresentate anche le istanze di quanti contestano al governo Meloni di voler attuare una «(contro)riforma della Costituzione», che intende cioè modificare «il carattere di repubblica parlamentare del nostro Paese attraverso l’introduzione del premierato, ovvero l’elezione diretta del presidente del Consiglio, che ridurrebbe ancora di più i poteri del Parlamento e liquiderebbe il ruolo di supremo garante della democrazia del capo dello Stato». Il tutto da aggiungersi poi ad un sistema elettorale, ancora vigente, «palesemente incostituzionale che distorce la rappresentanza».

Ecco dunque, in sintesi, le istanze portate dal CDC alla manifestazione di ottobre: no al premierato, riforma elettorale in senso proporzionale, no secco all’autonomia differenziata.