Attivisti, giuristi, intellettuali e Anpi contro l’autonomia di Calderoli: raccolte 20mila firme per dire no

Attivisti, giuristi, intellettuali e Anpi contro l’autonomia di Calderoli: raccolte 20mila firme per dire no

By |2023-02-05T23:41:30+01:00Febbraio 5th, 2023|
Repubblica.it
Attivisti, giuristi, intellettuali e Anpi contro l’autonomia di Calderoli: raccolte 20mila firme per dire no
Si lavora a una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare. Il promotore è il ‘Coordinamento per la democrazia costituzionale’. “Quello che è necessario è l’esatto contrario: rafforzare il ruolo dello Stato”
C’è anche una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata e che ha già raggiunto 20 mila firme – le si possono apporre anche con lo Spid – e potrebbe arrivare in Parlamento in questa legislatura. Il promotore è il ‘Coordinamento per la democrazia costituzionale’, con l’adesione di Anpi e Arci, e ne fanno parte giuristi e intellettuali: da Massimo Villone a Sandra Bonsanti, da Raniero La Valle a Nadia Urbinati, solo per citarne alcuni.

“La crisi sanitaria, economica e sociale derivante dalla pandemia e dalle conseguenze della guerra in Europa, ha evidenziato le intollerabili diseguaglianze fra le varie parti del Paese nel godimento di diritti fondamentali come la salute, l’istruzione, la mobilità, il lavoro. Quello che è necessario è quindi l’esatto contrario, cioè rafforzare il ruolo dello Stato per attuare in tutto il territorio politiche pubbliche efficaci per superare la crisi e a consolidare l’unità del paese”, è scritto nell’appello dei promotori.

La proposta di legge si articola attorno a cinque punti. Primo: “Le eventuali modificazioni del rapporto fra Stato e Regioni possano essere previste solo se giustificate dalla specificità del territorio”. Secondo, “il Parlamento non venga escluso dal legiferare in materia, come invece prevede la proposta governativa che gli affida solo la ratifica dell’intesa fra Stato e Regione”. Terzo, “le eventuali decisioni sul ruolo delle Regioni debbono essere approvate dal Parlamento tramite una legge che può essere sottoposta a Referendum popolare”. Punto quattro, “sia stabilito che sanità, istruzione, infrastrutture e tutela dell’ambiente devono restare di competenza esclusiva dello Stato”. Ultimo: “Sia introdotta una clausola di supremazia dello Stato per tutelare l’unità giuridica ed economica della Repubblica”.

La riforma del regolamento Senato del 2017 (art. 74) ha definito con maggiore precisione l’iter di un disegno di legge e se quindi vengono raggiunte le 50 mila firme è assicurato l’approdo nel calendario di aula dell’iniziativa popolare in questione. Che poi il centrodestra decida di analizzarla seriamente è ovviamente un altro discorso.

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