Pensando alla vuota retorica con cui spesso viene celebrata la giornata della memoria, la senatrice Liliana Segre ha lanciato una giusta provocazione dicendo che gli ebrei hanno stufato e fra qualche anno la Shoah sarà ridotta a poche righe sui libri di storia. Ma è quello che non dobbiamo lasciare che accada. Soprattutto di fronte al vento di destra che si alza nel nostro paese e non solo. Si pensi a un presidente del Senato, che non ha mai smesso di rivendicare la propria adesione al fascismo e che ha svolto una commemorazione parlando contro le leggi razziali senza mai nominare il fascismo, come se queste fossero state opera di non si sa chi. Ma si pensi anche alla guerra russo-ucraina e alle tante guerre “dimenticate” in giro per il globo. Si pensi al governo di ultradestra che ora governa Israele, il cui esercito in questi giorni ha attaccato il campo profughi dei palestinesi di Jenin lasciando 10 morti sul terreno. La storia è maestra ma non ha scolari diligenti, è stato detto. Eppure, tornando alla Shoah, alla programmazione della eliminazione fisica di un intero popolo, quello ebraico – e non solo, furono massacrati i rom, gli omosessuali, gli oppositori di sinistra al nazismo – dobbiamo tornare a riflettere su quanto scriveva Primo Levi: “Se morremo qui in silenzio come vogliono i nostri nemici, se non ritorneremo, il mondo non saprà di che cosa l’uomo è stato capace, di che cosa è tuttora capace”. Invece bisogna saperlo. A questo serve la memoria perché – ed è ancora Primo Levi che ce lo dice – “E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo”. E noi lo dobbiamo impedire.
A questo serve la memoria