Sulla tassonomia verde europea, che permetterà di etichettare come sostenibili il gas fossile e il nucleare, la posizione delle associazioni ambientaliste italiane è chiara, mentre il primo governo della Transizione Ecologica avanza zigzagando in ordine sparso.

Le posizioni più dure sono quelle di Legambiente e di Greenpeace. Per la prima, «la proposta della Commissione Ue è un duro colpo al Green Deal Europeo ed a una ambiziosa politica climatica in linea l’obiettivo di 1.5 °C indispensabile per fronteggiare l’emergenza climatica». Per Greenpeace, «è in corso una tentata rapina. Qualcuno sta cercando di togliere miliardi di euro alle rinnovabili per buttarli in tecnologie che, come il nucleare e il gas fossile, non fanno nulla per contrastare la crisi climatica o peggiorano attivamente il problema». Secondo Ariadna Rodrigo di Greenpeace Europa, «per trovare i responsabili basta cercare nella Commissione Europea: qualcuno fa solo finta di prendere sul serio l’emergenza ambientale e climatica».

Secondo Greenpeace, il piano presentato dalla Commissione Europea potrebbe dirottare centinaia di miliardi di euro di investimenti privati dalle rinnovabili al gas fossile o alla produzione di energia nucleare. Tecnologie assolutamente inadatte a fronteggiare la crisi climatica. Per Greenpeace, la proposta è antiscientifica e «il più grande esercizio di greenwashing di tutti i tempi» che «si fa beffe delle sue pretese di leadership globale sul clima e sull’ambiente».

In questo scenario, l’Italia ha confermato in pieno i «bla bla bla» con cui da tempo attiviste e attivisti del clima bollano politiche e piani nazionali che premiano il gas fossile. «Il governo italiano prima ha dato la colpa del caro bollette alle rinnovabili, poi ha cominciato a straparlare di nucleare per distrarre l’opinione pubblica dal vero obiettivo: promuovere il gas», dichiara Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia. «Per quanto riguarda il nucleare – aggiunge Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – stiamo parlando di una tecnologia di produzione di energia superata dalla storia, surclassata da tecnologie più competitive sotto il punto di vista economico come quelle a fonti rinnovabili. La strada da percorrere per accelerare la transizione ecologica è quella tracciata dalle fonti rinnovabili, accelerando la loro diffusione che oggi è fortemente rallentata da una serie di ostacoli». Invece, l’Italia sta cercando di raddoppiare la produzione nazionale di gas, lavorando su riserve certe e probabili che agli attuali tassi di consumo esauriremmo in soli 15 mesi.

Secondo Luca Bonaccorsi, direttore della Finanza sostenibile di Transport&Environment, un’associazione che ha sede a Bruxelles e riunisce 63 organizzazioni di 26 Paesi), la decisione della Commissione europea di inserire «il gas fossile tra le fonti energetiche verdi non è solo sbagliata dal punto di vista ambientale, è anche un enorme favore a Putin, soprattutto in un momento di profonda tensione internazionale. Permette infatti alla Russia di consolidare la propria morsa sulle forniture di gas, aumenta la nostra dipendenza da questo tipo di fonte energetica, danneggiando al tempo stesso il clima e le tasche dei cittadini europei». Forse è per questo che tra gli esponenti dei partiti della maggioranza che vanno in ordine sparso il primo ad appoggiare sicuro la Commissione europea è il leghista Matteo Salvini. Con lui Fratelli d’Italia, Forza Italia e Italia Viva. Contrari il Pd, il M5S e Leu. La deputata di FacciamoEco Rossella Muroni parla di grave errore.

Europa Verde, con il co-portavoce Angelo Bonelli, chiede le dimissioni del ministro Cingolani: «La decisione odierna della Commissione europea di inserire nucleare e gas nella tassonomia verde segna una pagina buia della Ue perché è stata pesantemente condizionata dalle lobby e dal diktat del governo francese. In questo contesto, è vergognosa la posizione del governo italiano, espressa dal ministro Cingolani, che non si è schierato dalla parte di Spagna, Germania, Austria e altri Paesi europei che hanno ribadito il loro no all’inserimento del nucleare nella tassonomia». Cingolani, intanto, ha scelto il silenzio: la nota del ministro della Transizione ecologica sulla tassonomia verde non era stata ancora battuta dalle agenzie quando il manifesto va in stampa.