Conclusioni operative del consiglio direttivo del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, 19 febbraio 2021

 

I lavori del consiglio direttivo sono consultabili, in questa sede riassumiamo gli obiettivi di lavoro.

 

1)       Abbiamo aderito e sosteniamo convintamente la campagna “No profit on pandemic” che di fronte alle necessità di avere vaccini in grande quantità per contrastare la diffusione dell’infezione da Covid 19 chiede alla Commissione europea e agli organismi internazionali di sospendere i brevetti che ne limitano la produzione. Raggiungere un milione di firme in almeno 7 paesi europei consentirà di ottenere risposte dalla Commissione europea e in ogni caso è una pressione per affermare con forza che la vita delle persone viene prima di ogni altra cosa. Ricordiamo che per aderire occorre firmare sul sito https://noprofitonpandemic.eu

 

2)       Legge elettorale. Abbiamo rischiato di andare al voto anticipato con il rosatellum peggiorato dalla versione introdotta dalla legge approvata nel maggio 2019 da Lega e M5Stelle in previsione del taglio del parlamento. Purtroppo lo stop imposto da Italia Viva ha bloccato sia la discussione parlamentare di una nuova legge elettorale sia le modifiche costituzionali che secondo la maggioranza precedente avrebbero dovuto correggere in parte il taglio del parlamento. Solo alla vigilia della crisi il governo Conte ha dichiarato di essere favorevole al proporzionale. Draghi finora non si è espresso sulla legge elettorale. Se questo volesse dire che si pensa di lasciare in vigore il rosatellum, peggiorato nel maggio 2019, ne deriverebbe una nuova umiliazione del dettato costituzionale e un aiuto alla destra a vincere le elezioni con una legge che la favorisce, con il rischio che arrivi alla maggioranza in parlamento con meno voti di quanto già previsto dall’incostituzionale Italicum.

Noi dobbiamo rilanciare la discussione e le iniziative sulla legge elettorale predisponendo un documento che vogliamo portare all’attenzione delle commissioni parlamentari, se possibile lavorando insieme ad altre associazioni, inoltre dobbiamo chiedere incontri alle rappresentanze parlamentari. Dobbiamo porre l’esigenza che il futuro parlamento sia effettiva espressione proporzionale dei cittadini che debbono potere scegliere direttamente i loro rappresentanti in quanto solo un parlamento pienamente legittimato potrà recuperare credibilità e ruolo presso i cittadini, pena una crisi della stessa democrazia parlamentare prevista dalla nostra Costituzione.

I Comitati territoriali debbono accompagnare questo lavoro esercitando pressioni dirette sui parlamentari eletti nel territorio, come hanno già fatto in Emilia e in Toscana prima della crisi di governo. Inoltre sono importanti iniziative per esaminare e rimettere in discussione le leggi elettorali regionali e quella comunale, che recentemente è stata indicata, non a caso, come modello per la legge elettorale nazionale.

Appoggiamo la proposta di avviare iniziative per dimostrare l’incostituzionalità del rosatellum, fino al ricorso alla Corte costituzionale, procedendo con iniziative che abbiano il consenso di costituzionalisti, giuristi ed esperti per favorirne l’accoglimento in quanto giuridicamente fondate.

 

3)       Autonomia regionale differenziata. Anche su questo il nuovo governo non si è pronunciato, ma nella sua composizione ci sono motivi di preoccupazione.

L’autonomia regionale differenziata può incrinare la stessa unità nazionale, viene sostenuta dando un’interpretazione non fondata dei referendum regionali di Lombardia e Veneto, proietta una conseguenza negativa sulla lotta alla pandemia che è certamente un punto centrale di questa fase, dando vita ad una tensione insopportabile tra regioni e governo centrale. Ma non si tratta solo di questo perchè è ormai evidente che le difficoltà delle regioni si sono manifestate perchè è stato intaccato il ruolo della medicina nel territorio, come presidio essenziale e in grado di evitare una pressione ingestibile sugli ospedali. Occorrono investimenti sul personale che deve essere sufficiente, preparato e non sottoposto a forme di precarietà diffuse, riportando la sanità pubblica al massimo livello di qualità e di investimenti.

Sanità, scuola, investimenti pubblici e per la mobilità, ambiente e lavoro debbono essere e restare punti per politiche nazionali fondate sul riequilibrio e il ruolo di traino del Mezzogiorno che è la vera chiave per il rilancio dell’attività economica del nostro paese. L’autonomia regionale differenziata potrebbe dare una torsione inaccettabile all’uso delle risorse del PNRR.

Per questo proponiamo di svolgere un seminario sulle ragioni per cui rigettiamo l’autonomia regionale differenziata e proponiamo l’inserimento di una modifica nella Costituzione che garantisca la supremazia dell’interesse nazionale e obblighi il governo a farlo rispettare. In futuro si dovrà puntare a riscrivere il titolo V nella versione introdotta nel 2001. Ci auguriamo di trovare alleati in questa difficile battaglia.

 

4)       Convocazione di un primo seminario sulla giustizia. Il nuovo governo ancora non si è pronunciato e non sappiamo con sicurezza cosa intenda fare la Ministra Cartabia, tuttavia su alcuni aspetti dobbiamo verificare tra noi e con magistrati, costituzionalisti, esperti del diritto, avvocati i punti essenziali dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura che non possono essere intaccati come l’obbligatorietà dell’azione penale e il rifiuto della divisione delle carriere dei magistrati.

 

5)       Continuerà il nostro apporto nell’ambito delle iniziative proposte dall’Anpi che ci auguriamo vengano rilanciate in questa fase anche per mettere sotto accusa tentativi espliciti di aggredire ancora la Costituzione per scivolare verso forme di presidenzialismo e di accentramento autoritario.

 

6)       Occorre rivedere le scelte del PNRR finora note con l’ambizione di avviare una modifica del sistema economico e sociale del nostro paese, puntando ad utilizzare tutte le risorse disponibili per l’Italia, nell’ambito del Next Generation EU.

In questo quadro la transizione ecologica dell’economia e della società può essere una scelta che colloca l’Italia all’avanguardia sul piano di occupazione di qualità, di investimenti avanzati, di impegno nella ricerca, di una svolta radicale nella produzione dell’energia, instaurando rapporti di collaborazione con altri paesi europei che hanno obiettivi simili.

Il PNRR non sono solo fondi per rilanciare lo sviluppo ma per condizionarlo alla qualità di una produzione e di una vita diverse, architrave di questa scelta deve essere l’uso delle risorse anzitutto per il Sud.

Abbiamo stabilito un rapporto con Laudato SII di Milano con cui abbiamo già condiviso una raccolta di firme sui diritti dei migranti, insieme a Nostra e ad altre associazioni ambientaliste proponiamo di svolgere un’iniziativa pubblica all’insegna della svolta per l’ambiente in tutti i campi, chiudendo il capitolo dell’uso delle energie fossili prima possibile anche anticipando le decisioni europee, costituendo un hub delle rinnovabili anche per sviluppare su questa base la ricerca e la diffusione dell’uso dell’idrogeno.

Tutti i contributi e le iniziative che possono venire dai territori in questa direzione sono importanti e utili.