Il Coordinamento per la Democrazia costituzionale aderisce alla petizione promossa dal Sindacato di Polizia SILP CGIL con la quale si chiede l’abrogazione dei due c.d,. “decreti sicurezza”.

Il Coordinamento ha denunciato a suo tempo, quando fu emanato il primo decreto sicurezza (4/10/2018), il carattere odioso di una normativa che istituiva una determinata popolazione (gli immigrati) come nemici pubblici, oggetto di restrizioni di diritti e di discriminazioni di ogni genere. In questo contesto particolarmente dannose sono risultate le misure volte a contrastare l’integrazione sociale, come lo smantellamento sostanziale degli SPRAR, e la stretta sui permessi di soggiorno, misure che puntavano apertamente ad accrescere l’area dell’immigrazione illegale. Lo smantellamento delle misure di integrazione sociale e l’ampliamento dell’area della clandestinità, come giustamente denuncia il SILP, hanno determinato un peggioramento delle condizioni di sicurezza perché la discriminazione, creando le condizioni per una microconflittualità permanente, è proprio ciò che nuoce alla sicurezza.

Ugualmente dannose, oltre che inutili, si sono rivelate le disposizioni in tema di ordine pubblico, che sono riuscite ad andare oltre le sanzioni introdotte dal fascismo con il Testo Unico di Pubblica Sicurezza del 1931. Oltretutto la trattazione congiunta di immigrazione e sicurezza (non necessitata da ragioni tecniche o pratiche) rivelava un’operazione culturale spregiudicata e violenta,puntando a ridurre la gestione dell’immigrazione ad una questione di contrasto all’illegalità.

Con il secondo decreto sicurezza (17/6/2019) è stato compiuto un salto di qualità rispetto all’impostazione del primo: qui la discriminazione non aveva per oggetto il godimento di questo o quel diritto, ma la nuda vita, poiché – di fatto – mirava a rendere impossibile il salvataggio della vita dei migranti in mare ed assegnava alle Prefetture una inusitata potestà sanzionatoria nei confronti delle navi che effettuavano il soccorso. Si trattava di un obiettivo illegale e giuridicamente insostenibile come emerge dalla sentenza della Cassazione nel procedimento nei confronti di Carla Rackete (sentenza n.6626/2020).  

E’ uno scandalo che i c.d. decreti sicurezza non siano stati ancora cancellati.

Per questi motivi sosteniamo la petizione del SILP ed uniamo la nostra voce a quella dei sindacati, dei movimenti, delle associazioni della società civile che reclamano ad alta voce l’abrogazione di queste due leggi vergogna.