<< IL PREMIER ORA ATTACCA DICENDO CHE SI VUOLE FAR CADERE IL GOVERNO. MA LA COSTITUZIONE DEVE ANDARE OLTRE I GOVERNI>>.

Articolo di Alfero Grandi oubblicato su Il Fatto Quotidiano 11/11/2016

Accozzaglia, questo sarebbe lo schieramento del No. Presidente Mattarella non si dovevano abbassare i toni ? Il passato vuole tornare, altra affermazione di Renzi, manca solo la riesumazione del “morto che si mangia il vivo” e il quadro è completo.

In difficoltà secondo i sondaggi e con scarsa capacità di convincere sui luminosi destini per l’Italia che deriverebbero da questa deformazione della Costituzione, Renzi continua ad alzare i toni, ogni giorno gli argomenti sono più grevi e tristi. Dopo la Leopolda ha rincarato la dose, vogliono far cadere il governo.

Mancano 4 settimane al voto. Se Renzi continua ad alzare i toni andrà oltre la coppia amici/nemici e arriverà a descrivere il voto del 4 dicembre come una scelta tra civiltà e barbarie.

Va di moda descrivere il No come un’accozzaglia, incapace di presentare una proposta alternativa e ancora meno di governo.

Il No è semplicemente un giudizio negativo sulle modifiche della Costituzione e sull’unica legge elettorale che conosciamo, l’Italicum, un tempo descritta come  esempio da esportare in Europa. Ora caduta – sembra – in disgrazia.

E’ Renzi che ha fatto coincidere le modifiche della Costituzione con un giudizio sul governo. Lui ha fatto la scelta di fare entrare le modifiche della Costituzione nel programma del governo. Lui ha personalizzato, non solo all’inizio ma ancora alla Leopolda. Lui deve smontare la trappola in cui si è infilato. Se continua questo atteggiamento consiglio di rimandare al mittente le (finte) proposte di confronto e di dedicare ogni energia agli elettori.

Chi è per il No ha letto e giudicato le modifiche della Costituzione – insieme all’Italicum – e non aveva né la possibilità, né le condizioni per avanzare una proposta alternativa, né tanto meno l’onere di proporre un altro governo, perchè la Costituzione non è e non può essere schiacciata sulle posizioni di un governo, ma deve indicare il quadro istituzionale e di valori in cui si svolge il confronto politico tra le diverse posizioni in campo. E’ quello che ha garantito per 70 anni la Costituzione che dobbiamo tenerci ben stretta.

Se vince il No non si farà più nulla ? Balle. Se vince il No il parlamento sarà costretto ad approvare una nuova legge elettorale, perchè l’Italicum vale solo per la Camera e se il Senato non verrà ridotto ad un dopo lavoro di lusso sarà indispensabile approvare un nuovo sistema elettorale per Camera e Senato.

Se il 4 dicembre vincerà il No l’Italicum cadrà insieme alle modifiche della Costituzione. Questa è l’unica garanzia che l’Italicum cambierà.

Il parlamento che uscirà dalle urne dopo l’approvazione della nuova legge elettorale avrà la possibilità di affrontare le modifiche della Costituzione effettivamente necessarie. Ad esempio riducendo insieme, con equilibrio, il numero dei deputati e dei senatori, introducendo la clausola che un governo cade solo se un altro è possibile. Poche, chiare, limitate modifiche, da sottoporre agli elettori una per volta, senza affastellare tutto come ha voluto strafare Renzi. I partiti potranno sottoporre agli elettori le loro proposte e il futuro parlamento avrà una legittimazione a modificare alcuni aspetti della Costituzione, nel rigoroso rispetto del 138, mentre quello attuale non ha alcuna credibilità.

Renzi usa una tecnica intimidatoria verso gli elettori facendo intravvedere i disastri di un’eventuale vittoria del No. Non si rende conto che così rischia di evocare la speculazione contro l’Italia ? Così saltano le regole di convivenza. Noi e loro, anzi io e loro, amico contro nemico, sono evocazioni pericolose, da novello dottor Stranamore, che renderanno difficile dopo il 4 dicembre tornare ad un normale confronto politico.

Bisogna reagire. Non solo per far vincere il No ma per ricostruire alcuni presupposti per un confronto politico anche duro, se necessario, ma civile.

Una rappresentanza che corrisponda realmente alle opinioni degli elettori potrà affrontare problemi non facili come la realizzazione di alleanze di governo e impegni istituzionali tra diversi. Va abbandonata l’idea folle di imporre una maggioranza parlamentare con una minoranza di voti, di dare vita ad istituzioni non elette dai cittadini. Andrà ripreso un confronto di merito per fare discendere la capacità di governare da un accordo trasparente tra diversi, facendosi aiutare dalle migliori energie intellettuali e dalle competenze che nel nostro paese, per fortuna, non mancano e che sono la forza del Comitato per il No.