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Via libera alla cosiddetta riforma costituzionale: ora si attende il referendum costituzionale, che si dovrebbe tenere o a giugno o – più probabilmente – nel prossimo ottobre. Il Pd canta vittoria, dopo aver ottenuto una maggioranza di 179 senatori, solo 4 in meno di quando il testo, l’anno scorso, aveva l’appoggio anche formale di tutta Forza Italia. Il ministro Boschi si dice “fiduciosa sul referendum, i cittadini potranno scegliere tra un nuovo assetto che garantisce un Paese più semplice o rimanere ancorati al passato che avrà come portavoce Lega, 5 stelle e Forza Italia compatti contro lo scatto avanti del Paese”. Contro il testo in realtà anche Sel, con Nichi Vendola ad annunciare: “lavoreremo da subito alla costituzione dei comitati per il ‘No’, siamo di fronte a un impianto riformatore che è non soltanto uno sgangherato pasticcio, ma muta la forma della democrazia italiana in un presidenzialismo camuffato non mitigato da contrappesi e dove l’elezione dei senatori resta un rebus assoluto”.

Sulla vera posta in palio della cosiddetta riforma costituzionale, abbinata al nuovo Italicum (su cui però potrebbero esserci novità, come il premio dal primo partito alla prima coalizione) abbiamo sentito il costituzionalista Gaetano Azzariti, uno dei sei firmatari dell’appello “La peggiore riforma” pubblicato ieri e oggi da “Il Manifesto”. “Cambia tutta la parte organizzativa della Costituzione, cambia l’equilibrio tra Governo e Parlamento, di fatto abbiamo un altra Repubblica …” commenta Azzariti. Ascolta l’intervista clicca qui