Riforme: Grandi (Cdc), ‘Con premierato Capo di Stato dimezzato e Parlamento subalterno’
“Ma quale invarianza dei poteri del presidente Repubblica, quale equilibrio?”
“La Russa ha chiarito che il progetto di legge per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio punta a ridimensionare il ruolo del Presidente della Repubblica”. Lo sottolinea Alfiero Grandi, vice presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (Cdc), in una nota diffusa oggi, che prosegue: “Il presidente del Senato intervenendo a gamba tesa su una materia dalla quale -per il suo ruolo- dovrebbe astenersi, smentisce il disegno di legge del governo, a partire dalla sua relazione illustrativa, che parla di invarianza dei poteri del Presidente della Repubblica”.
“E’ evidente che, se il capo del governo è eletto direttamente, il Presidente della Repubblica diventa un notaio che prende atto del risultato: oggi non è così. Per di più l’elezione diretta del presidente del Consiglio è collegata a una legge maggioritaria, che gli garantisce almeno il 55 % dei parlamentari e questo porta l’Italia fuori dalla Costituzione del 1948 perché si vuole arrivare a un altro sistema istituzionale, che sovverte l’equilibrio tra i poteri dello Stato e punta ad accentrare i poteri in una sola persona. Un anticipo c’è già stato con il divieto ai parlamentari della maggioranza di presentare emendamenti alla legge di bilancio e riservando al solo governo le modifiche al testo.
Oltre ad un Presidente della Repubblica dimezzato, dunque, “avremmo -secondo Grandi- un Parlamento subalterno al governo e soprattutto al solo presidente del Consiglio. Un accentramento pericoloso in una sola persona”. (segue)
‘Parte rilevante della destra non accetta la Costituzione del 1948’
La proposta, firmata da Meloni e Casellati, ha iniziato l’esame del Senato sotto lo stretto controllo di Fratelli d’Italia, che vuole fortemente questa modifica della Costituzione, con l’ambizione di fare uscire l’Italia dalla Carta del 1948, antifascista e democratica, fondata su un equilibrio tra i poteri dello Stato, che una parte rilevante della destra non riesce ad accettare, per questo punta a una nuova Costituzione.
Il governo, dal canto suo, cerca “di scaricare le sue incapacità sulla Costituzione, indebolendo la democrazia, anziché correggere politiche sbagliate. E ingigantisce il suo risultato elettorale con l’affermazione che la maggioranza degli elettori gli avrebbe assegnato questo compito. In realtà la destra non ha la maggioranza degli elettori, perché nel 2022 ha preso il 44 % dei voti e solo grazie a un premio di maggioranza del 15 % ha ottenuto il 59 % dei deputati e dei senatori”.
E’ questo ‘regalo’ nel numero dei parlamentari “che ora la destra usa contro la maggioranza (56 %) degli elettori che non l’ha votata, senza dimenticare che nel 2022 ha votato meno del 64 % degli aventi diritto -conclude Grandi- Le opposizioni debbono comprendere la gravità di questo attacco alla Costituzione e all’equilibrio tra i poteri dello Stato senza tentennamenti”.
(Rex/Adnkronos)
ISSN 2465 – 1222
23-Dec-2023 20:31
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