La morte di Francesco lascia un vuoto nei familiari e negli amici, era impegnato in diverse associazioni centrate sull’attuazione e la difesa della Costituzione.
L’ho conosciuto una decina di anni fa, quando contribuì a costruire un’associazione con l’obiettivo di riunire soggettività ed esperienze per contrastare il tentativo di Renzi di stravolgere la Costituzione. Dalla fine del 2014 iniziò a formarsi il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di cui è stato un fondatore, a cui ha sempre dedicato intelligenza e passione.
Ha contribuito a partire dal 2015, poi nel 2016 anno del referendum popolare sulla proposta di modifica della Costituzione fatta approvare da Renzi, organizzando il Cdc nella sua Toscana, che infatti è diventato un punto di forza nazionale.
La scelta fu di schierarsi nettamente per il No e di puntare a convincere almeno una parte importante dei dirigenti e dell’elettorato del Pd ad opporsi alle scelte imposte da Renzi con piglio autoritario al parlamento.
Non è stato facile, ma il Coordinamento è riuscito con le competenze su cui ha potuto contare (Pace, Villone, Rodotà, Zagrebelsky per citarne solo alcuni) a convincere che la Costituzione era troppo importante per la nostra democrazia per fare prevalere la fedeltà ad un leader che non la meritava.
Francesco è stato un punto di forza in questo lavoro perché si è impegnato in Toscana dove questa scelta era meno facile che altrove.
Senza questo lavoro il No nel 2016 non avrebbe vinto e la vittoria nel referendum ha portato alle dimissioni di Renzi da Presidente del Consiglio e poi da segretario del Pd. Partito che purtroppo non ha mai fatto una valutazione chiara dei danni che Renzi aveva causato.
Francesco dopo il referendum chiese con forza che il Coordinamento restasse in vita per dedicarsi a battaglie istituzionali e costituzionali di cui c’era ancora bisogno. All’epoca ero perplesso, ma Francesco aveva ragione come i fatti hanno poi dimostrato. Oggi il rischio di ritrovarci con un nuovo assalto alla Costituzione, a partire dal ruolo del parlamento, è attualissimo. Ne avremo presto la prova, ma questa volta non potremo contare sull’intelligenza e sulla passione di Francesco.
Ci siamo sentiti dieci giorni fa, quando gli ho chiesto di sottoscrivere un documento a sostegno del cessate il fuoco in Medio Oriente, ha risposto subito, come sempre.
Era un modo per non dare per scontato un esito infausto, che lui ben conosceva, per farlo sentire ancora parte attiva della vita di un’associazione a cui teneva molto.
Ciao Francesco, nelle prossime settimane sentiremo la tua mancanza.
Alfiero Grandi
30/10/2023