Noi elettrici ed elettori che abbiamo votato NO al nucleare nel referendum popolare del 2011 il cui risultato ha bloccato per la seconda volta – dopo quello del 1987 – il tentativo di costruire centrali nucleari in Italia per produrre elettricità, non abbiamo dimenticato né i disastri di Three Miles Island, né di Chernobyl, né di Fukushima per la salute delle persone e per l’ambiente. Per questo chiediamo al Governo Draghi di respingere con nettezza in sede europea il tentativo di 10 paesi guidati dalla Francia di fare passare – nella tassonomia europea – il nucleare come energia verde e rinnovabile.
Le energie rinnovabili non sconvolgono i cicli naturali, non modificano la struttura delle cose. Si limitano ad usare forze naturali come sole, vento, calore naturale della terra, forza delle acque per produrre energia elettrica.
Questa è l’unica strada per affrontare lo stravolgimento in atto del clima a causa dell’uso dei combustibili fossili che producono CO2 e delle emissioni di metano che da decenni viene disperso nell’atmosfera.
L’allarme sullo stravolgimento climatico (da ultimo il rapporto IPCC dell’ONU) è sacrosanto e le iniziative per rimediare debbono essere forti e tempestive per bloccare l’innalzamento della temperatura della terra entro un grado e mezzo, mentre il rischio è che si arrivi al doppio.
10 paesi europei, capofila la Francia, propongono invece un trucco linguistico per parificare il nucleare alle energie rinnovabili, per evitare di prendere impegni per ridurre effettivamente al loro interno l’uso dei combustibili fossili per rispettare gli impegni dell’accordo di Parigi.
Il tempo stringe e nel poco tempo che ci resta il nucleare oggi possibile è quello della generazione “III+”, che l’Italia ha evitato con il referendum, e che ha accumulato ritardi ultra decennali sia in Francia (Flamanville) che in Finlandia (Olkiluoto) con una quintuplicazione dei costi e che comunque non potrebbe contribuire a raggiungere entro il 2030 il risultato di ridurre almeno del 55% le emissioni climalteranti, CO2 in testa. Per di più nessuno scenario UE attuale contempla nuove installazioni nucleari finalizzate all’obiettivo del 55% di emissioni in meno.
Verniciare il nucleare di verde è pura propaganda ed è contro gli impegni di Parigi per il clima. Se l’Unione Europea dovesse accettare la pretesa della Francia e degli altri paesi l’unico risultato sarebbe consentire l’uso dei fondi del Next Generation EU per finanziare l’industria di stato francese (Areva); per prolungare oltre i 40 anni la vita dei vecchi reattori russi (VVER) siti in R. Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria; per finanziare l’installazione in Polonia di centrali EPR francese e ABWR americana; per le enormi spese necessarie per lo smantellamento del sovra dimensionato nucleare civile francese che, altrimenti, ricadrebbero sui contribuenti nazionali.
Sono noti i rischi del nucleare non solo in caso di catastrofe globale – già prevista dalla IAEA, che fu costretta ad introdurre questo tipo di rischio nella scala INES prima di Fukushima – ma per incidenti gravi e per la diffusione della contaminazione radioattiva a causa del normale funzionamento delle centrali e allo smaltimento delle scorie, radioattive anche per tempi lunghissimi dopo la fine dell’esercizio.
Per alcuni Paesi il nucleare civile è base necessaria per un armamento atomico, come la “force de frappe” della Francia. Occorre impedire che parte dei finanziamenti europei per le energie rinnovabili finisca per sostenere una scelta strategico-militare al di fuori delle scelte europee e ancora di più degli obiettivi del Next Generation EU.
Per questo chiediamo al Governo italiano di impegnarsi a bloccare il tentativo in sede europea di equiparare il nucleare alle energie rinnovabili, se necessario ricorrendo al veto dell’Italia.
Primi firmatari:
Mario Agostinelli
Vincenzo Amendola
Vittorio Bardi
Mauro Beschi
Ferdinando Boero
Silvia Bonanin
Federico Butera
Luciana Castellina
Duccio Campagnoli
Domenico Gallo
Alfonso Gianni
Alfiero Grandi
Silvio Greco
Oreste Magni
Silvia Manderino
Rossella Muroni
Vincenzo Naso
Daniela Padoan
Antonio Pileggi
Enzo Pranzini
Jacopo Ricci
Simona Sambati
Massimo Scalia
Massimo Serafini
Alexey Sorokin
Guido Viale
Massimo Villone
Vincenzo Vita