Il Governo ha sbagliato a mettere l’autonomia regionale differenziata (ex articolo 116) come collegato alla Nadef e alla legge di bilancio. E’ una grave forzatura, che il Governo stesso sembrava volere evitare in una prima stesura della Nadef che non prevedeva questo collegamento. Invece la solita “manina” lo ha inserito nella versione definitiva. Precedenti tentativi non sono un alibi per compiere di nuovo questo grave errore. Non è una questione formale  perché dichiarare una legge collegata al bilancio dello Stato significa accelerarne l’approvazione e impedire in futuro un eventuale referendum abrogativo.
Per di più nessuno al di fuori di una ristretta cerchia conosce il testo di questa proposta, che viene dichiarata collegato al buio. Siamo al ridicolo che tra alcuni Presidenti, segnatamente Zaia, e la Ministra Gelmini c’è stata una polemica sulla stampa su un testo che evidentemente conoscono solo loro. E’ un atteggiamento inqualificabile che i componenti del governo stesso dovrebbero respingere.

I partiti della maggioranza dovrebbero pretendere di conoscere questo testo e ancora di più dovrebbero pretenderlo le commissioni parlamentari e i gruppi parlamentari che hanno diritto di discuterne i contenuti, invece neppure la relazione della commissione tecnica insediata dalla Ministra Gelmini in vista del disegno di legge è stata resa nota. Un autentico sequestro di notizie che ricorda da vicino precedenti trattative condotte con le Regioni in assoluta segretezza da una precedente Ministra.

Il problema di fondo è politico. Siamo di fronte alla protesta di Comuni e Regioni perché il Governo non sta rispettando l’impegno che gli investimenti del PNRR siano per almeno il 40 % destinati al Mezzogiorno, come è stato denunciato in questi giorni. Il Mezzogiorno continua ad essere visto come un peso anziché una risorsa importante per il futuro di tutto il nostro paese. Invece proprio il PNRR dovrebbe essere impiegato per superare la frattura Nord /Sud e garantire al Mezzogiorno di diventare la risorsa per il futuro di tutto il paese. Dopo una pandemia che ha messo in luce quanto sia pericoloso rompere l’unità dell’Italia, riaprire il dossier del regionalismo non solidale (la c.d. Autonomia Differenziata) sarebbe un errore imperdonabile.

Se le idee ispiratrici dovessero essere quelle precedenti la pandemia, questo DDL potrebbe minare l’unità e l’indivisibilità della nostra Repubblica.

Per queste ragioni vanno sostenute e rilanciate tutte le iniziative promosse dal CDC, assieme ad altre associazioni, compresa la petizione su cui si stanno raccogliendo firme in Emilia Romagna, come del resto avviene in Lombardia, contro un’autonomia differenziata che romperebbe l’unità nazionale e sociale del nostro paese.

Governo e Parlamento debbono stralciare questo DDL dai collegati alla legge di Bilancio, rendendone pubblico il contenuto e favorendo un dibattito tra i cittadini e in parlamento sul funzionamento del regionalismo attuale durante la pandemia che ne ha dimostrato l’insostenibilità e a cui non si può certo aggiungere un’ulteriore passaggio di poteri in settori fondamentali come sanità, scuola, lavoro, territorio.

Il CDC organizzerà nelle prossime settimane, coinvolgendo sindacati, altre associazioni e studiosi, azioni tese ad impedire colpi di mano ed a favorire la nascita di un’idea di regionalismo solidale in alternativa al regionalismo che romperebbe l’unità nazionale dei diritti dei cittadini.