Documento dell’Osservatorio sulla transizione ecologica prevista nel PNRR per le Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera dei Deputati sul Decreto Legge 77/2021 C.3146, Audizione 21/6/2021

 

1.Il PNRR inviato a Bruxelles, strategico per la ripresa dell’Italia, contiene contraddizioni, ambiguità e perfino la possibilità di soluzioni opposte a quelle dichiarate. Per questo vanno rivisti e resi coerenti gli obiettivi contenuti nel Piano energetico nazionale, di conseguenza quelli delle Regioni e degli Enti locali, e i bandi attuativi del PNRR debbono essere verificati in relazione alla coerenza con questi nuovi obiettivi della pianificazione energetica.

Sono in campo resistenze conservatrici dei maggiori gruppi del settore energetico, anche a partecipazione pubblica, e di settori produttivi che puntano a convincere il governo e il parlamento a rinviare il più possibile le scelte, dimenticando che la Commissione europea ha chiesto di attuare entro il 2025 il 40 % della riduzione di CO2 che va comunque realizzata entro il 2030, riducendola del 55%.

Il governo non ha dato finora indicazioni certe per realizzare questa svolta e in particolare manca la capacità di mobilitare le aree e i soggetti favorevoli alla transizione ecologica, lasciando così spazio ai conservatori.

Il PNRR è un piano strategico, che avrà a disposizione risorse irripetibili, con il compito di portare l’Italia fuori dal disastro della crisi occupazionale ed economica aggravata dalla pandemia.

Il PNRR deve finalizzare i bandi dei diversi interventi in un’ottica di programmazione, usando le partecipazioni pubbliche nelle aziende interessate per costruire interventi coerenti con la svolta ecologica ed in particolare con una transizione energetica fondata sulle energie rinnovabili.

Questo processo deve stimolare la partecipazione e coinvolgere le istituzioni locali, i sindacati, le associazioni dei cittadini, quelle territoriali e gli studiosi delle materie interessate dai cambiamenti.

 

2.Per questo riteniamo che l’articolo 2 del decreto oggetto del vostro esame parlamentare deve essere per lo meno precisato attraverso emendamenti.

Appare importante ma insufficiente attribuire al solo Presidente del Consiglio, e di fatto al Mef e ad alcuni Ministri, un ruolo di coordinamento della Cabina di regia che verrà allargato di volta in volta ai Ministri interessati per le materie trattate.

Consideriamo necessario che trovino una presenza permanente nella Cabina di regia almeno queste figure Ministeriali, in rapporto alle materie di cui debbono occuparsi: Ministra per il Mezzogiorno, per l’esigenza di puntare in modo strategico sulla vocazione meridionale degli investimenti, Ministro per i giovani e la parità di genere, Ministro del lavoro in quanto la qualificazione occupazionale degli effetti dei bandi deve essere verificata ogni volta, preferendo le scelte a più alto valore occupazionale e di qualità del lavoro.

Per quanto riguarda l’articolo 3 oltre, alle parti sociali più note e strutturate, vanno ascoltate le opinioni e le proposte di associazioni nazionali e di realtà territoriali, che altrimenti verrebbero ignorate. Questo si può fare sia individuando un preciso e definito canale per l’invio dei pareri alla segreteria tecnica della cabina di regia, sia individuando scadenze periodiche di confronto, in cui ascoltare i loro punti di vista, prima dell’emanazione dei bandi. Del resto queste forme di partecipazione sono largamente previste a livello europeo e debbono essere implementate anche a livello nazionale con la definizione di precise modalità attuative.

Vanno definite con chiarezza le condizioni ostative all’emanazione dei bandi o alla loro attuazione da parte degli assegnatari quando le indicazioni contrarie siano da tenere in seria considerazione in quanto dimostrino che i risultati sarebbero incompatibili con gli stessi obiettivi del PNRR.

Gli articoli del decreto legge dal 9 al 30 prevedono semplificazioni e accelerazioni e in alcuni casi indicano modalità di superamento dei dissensi. In tutti questi punti, che per brevità non verranno elencati, è prevista una decisione finale del Consiglio dei Ministri per dirimere le diversità di valutazione. Questa decisione andrebbe ancorata ad una valutazione delle commissioni parlamentari competenti da fare pervenire tassativamente al governo entro 30 giorni, perché il consenso generale al provvedimento non comporta di per sè il consenso al singolo intervento. In caso di valutazione negativa delle commissioni parlamentari il governo non può procedere all’autorizzazione.

Inoltre è necessario ed importante che siano definite modalità precise e trasparenti di monitoraggio sulla esecuzione dei progetti posti in essere.

 

3.Il mercato non è in grado di dare organicità agli interventi necessari. Occorre che la programmazione degli interventi veda protagonisti anzitutto i gruppi partecipati dal sistema pubblico, in coerenza con il Green New Deal europeo. Mentre è evidente che sono forti le tentazioni di insistere sull’uso delle fonti fossili che, al contrario, deve essere archiviato al più presto anche per quanto riguarda l’uso del gas naturale, che ha garantito una transizione lunga 30 anni.

La stessa IEA che ha sempre difeso le posizioni tradizionali ammette che nel percorso verso la neutralità climatica non può esserci nessun campo di petrolio o di gas approvato per lo sfruttamento. Le principali compagnie europee si erano già date prima delle scelte attuali obiettivi impegnativi non riscontrabili nel nostro paese.

Di fronte a resistenze dei gruppi industriali legati al sistema pubblico è bene arrivare al cambio dei gruppi dirigenti, in coerenza con le scelte da compiere.

Le grandi aziende energetiche partecipate dal sistema pubblico, comprese le ex municipalizzate, non possono essere i questuanti delle risorse del PNRR per mantenere il vecchio modello energetico.

Le energie rinnovabili, strategiche per l’occupazione e la salute dei cittadini possono e debbono essere l’occasione per rilanciare una manifattura riconvertita in rapporto all’espansione di questi nuovi investimenti.

E’ una contraddizione inaccettabile che lo sviluppo delle fonti rinnovabili, in particolare eolico, fotovoltaico, idroelettrico e relativi pompaggi per regolare meglio l’erogazione di energia, meno costosi di altri accumulatori, venga promosso dalle grandi aziende pubbliche e private essenzialmente fuori dall’Italia.

Così non possiamo limitarci a investire nelle colonnine per la ricarica elettrica e non affrontare la questione della produzione dei veicoli elettrici, tanto più che la IEA ha proposto di cessare la produzione dei veicoli a scoppio entro il 2035. Per questo occorre un confronto serrato sui piani di investimento delle grandi aziende automobilistiche in Italia per sviluppare la mobilità elettrica.

Pari attenzione va mantenuta verso la valorizzazione della biodiversità, la riparazione del dissesto idrogeologico, il diritto all’acqua come bene pubblico, la conferma della chiusura del capitolo nucleare civile da fissione in Italia e il Governo deve impegnarsi a porre il veto contro ogni tentativo a livello europeo di considerare il nucleare una fonte energetica alla pari delle rinnovabili, ignorandone la pericolosità e senza dimenticare che l’Italia è alle prese con il/i deposito/i delle scorie nucleari, 95.000 tonnellate di scorie di bassa e media pericolosità. Deposito ove si vorrebbero lasciare per 100/200 anni anche le scorie ad alta pericolosità, radioattive per 10.000 anni, che le strategie della Ue prevedono separate dalle altre e che quindi non possono essere inserite nello stesso sito di stoccaggio sotto le mentite spoglie della provvisorietà.

La localizzazione del deposito delle scorie  deve essere approvata da incontrovertibili indagini come Vas e Via e preventivamente approvata dalle popolazioni interessate e dalle loro rappresentanze.

 

4.Sulla transizione energetica è inaccettabile che, contraddicendo documenti dell’IEA e dell’Onu, si punti ad una transizione fondata sull’uso del gas naturale. Chi ha fatto la scelta di accordi internazionali di fornitura, di ampliare la rete dei gasdotti per il metano deve prepararsi a cambiare le proprie scelte perché l’epoca del gas naturale è conclusa. Al contrario si avverte una sorda resistenza, una pressione per rinviare le scadenze che riguardano non solo la riduzione della CO2 ma anche dell’uso del metano, sempre più presente in atmosfera con effetti climalteranti che si aggiungono a quelli della CO2.

L’uso del gas naturale ha concluso la sua fase. Come ha sottolineato il rapporto IEA del maggio scorso non sono necessari nuovi giacimenti di petrolio o di gas naturale e quindi occorre puntare con decisione sulla fonti rinnovabili. Non ci debbono essere nuove estrazioni e nuovi rilanci, altrimenti si finirebbe con il mantenere in Italia l’uso delle fonti fossili.

E’ necessario rivolgersi alle Regioni che dovrebbero, nell’interesse della transizione ecologica e dell’innovazione energetica e produttiva, porre al Governo con forza la richiesta del rispetto delle procedure europee di coinvolgimento delle istituzioni e di partecipazione dei cittadini.

Per questo l’Osservatorio chiederà un incontro anche alla Conferenza delle Regioni.

Ogni nuovo investimento nel gas naturale, anche per sostituire il carbone, sottrae risorse agli investimenti nelle fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico, che debbono crescere di 70 GW entro il 2030, 10 volte di più di quanto avviene attualmente ogni anno.

Per questo chiediamo al Ministro dei trasporti (e del mare) di approvare rapidamente il piano per la collocazione dell’eolico off shore in mare, che avrebbe dovuto essere inviato a Bruxelles entro il 31 marzo e che ancora non è stato presentato, mentre altri paesi lo hanno già inviato.

 

5.A Civitavecchia si sono svolte manifestazioni sindacali, dei cittadini, presidi in piazza che hanno coinvolto le rappresentanze della città ed è stata avanzata la proposta di un progetto innovativo che sostituisca la centrale a carbone non con il turbogas (ben 1680 MW solo per Civitavecchia Nord, a cui vanno aggiunte altre 2 centrali previste, una a Civitavecchia Sud e una a Montalto di Castro per un totale nell’area di oltre 300 MW) ma con un progetto alternativo basato sulle fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) e la produzione di idrogeno verde. Anche la convenienza anche economica è in un progetto innovativo, fondato su fotovoltaico per il porto, eolico off-shore e idrogeno verde per l’elettricità necessaria per un ridisegno dell’uso energetico nel territorio.

Un potenziamento della logistica, la riqualificazione del porto, passano per una svolta innovativa per ottenere aria pulita e nuova occupazione, 10 volte più di quella prevista in un impianto a gas automatizzato. L’innovazione fondata sulla diffusione delle energie rinnovabili costituisce una potente domanda di investimenti innovativi, premessa per una nuova produzione industriale. Basta pensare alla sinergia che si potrebbe stabilire tra eolico off-shore e riconversione ecologica della produzione di acciaio, ad esempio nella ex Ilva.

6.I giovani hanno chiesto coraggio nelle scelte per il loro futuro. La prova verrà dalla capacità del governo di non farsi bloccare dai poteri forti che vogliono conservare il modello di sviluppo sotto accusa.

Per questo l’osservatorio sulla transizione ecologica e il PNRR lavorerà per evitare che ingenti risorse finanziarie, irripetibili per l’Italia, vengano gettate al vento.

Vogliamo intervenire nel merito delle procedure di consultazione  pubblica previste da strumenti legislativi già in vigore e ripresi in varie parti del testo del decreto legge e a questo proposito evidenzieremo osservazioni e critiche in una nota dedicata all’argomento, nella quale sottolineiamo in particolare l’impegno a tenere conto delle osservazioni a livello territoriale.

La velocizzazione delle procedure obbliga il parlamento e il governo a definire con chiarezza le modalità di accesso alla consultazione a livello territoriale della società civile per evitare che questa possibilità venga in realtà vanificata dall’impossibilità di esercitarla.

 

Mario Agostinelli, Presidente Laudato Sii

Alfiero Grandi, vice Presidente Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Jacopo Ricci Presidente Nostra

 

22/6/2021