La Presidenza del Comitato per il No al taglio del parlamento sottolinea il grave errore rappresentato dalla sottovalutazione dell’importanza strategica che ha per il nostro paese la Costituzione che tuttora costituisce l’architrave dei valori fondativi della nostra Repubblica democratica ed antifascista.

Questo errore si è manifestato anzitutto con il taglio del parlamento voluto dal Movimento 5 Stelle e reso possibile dal capovolgimento delle precedenti posizioni contrarie degli altri partiti della attuale maggioranza. L’impegno di giungere a un risultato complessivamente più equilibrato con ulteriori riforme costituzionali e una legge elettorale proporzionale segue un percorso lungo e non privo di insidie. Si aggiunge ora il tentativo maldestro di unire il voto referendario al voto di regioni e comuni in scadenza (election day).

E’ evidente che se ci fosse convinzione sul pregio del taglio del parlamento non si cercherebbe di annacquare la Costituzione dentro altri argomenti, con il risultato di non consentire un confronto politico di merito come certo si richiederebbe Annegare le modifiche della Costituzione in un election day, vuol dire non lasciare spazio per una campagna referendaria efficace, in grado di fare partecipare al voto cittadini consapevoli. Tutto si ridurrebbe a qualche battuta demagogica, e la mancanza di un quorum strutturale nel referendum ex art. 138 potrebbe comunque alla fine condurre a una riforma istituzionale di grande rilievo con il consenso di una frazione assolutamente minoritaria del corpo elettorale.

In senso contrario non si può utilmente argomentare che l’ampia partecipazione prevedibile per il voto regionale e locale potrebbe avere un positivo effetto di trascinamento sulla partecipazione al voto referendario. È anzitutto da notare che questo avverrebbe a macchia di leopardo, essendo il voto regionale e locale previsto solo in parte del territorio. Con il paradossale effetto che in alcune regioni e comuni si potrebbe in astratto svolgere una migliore campagna referendaria, ma con partecipazione al voto bassa, mentre una più ampia partecipazione potrebbe attendersi laddove la campagna referendaria fosse invece sovrastata da altri temi di campagna elettorale. In termini generali, inoltre, è l’ammissione implicita che il taglio dei parlamentari non sollecita i consensi sperati, perché altre sono le preoccupazioni prioritarie di elettrici ed elettori, mentre ridurre il numero dei componenti non dà alcuna garanzia che il futuro parlamento operi più efficacemente. È certo, invece, che sia meno rappresentativo della volontà degli elettori, aggravando ancora la separazione tra eletti ed elettori che anni di leggi elettorali sbagliate e che hanno di fatto impedito di scegliere direttamente i rappresentanti, ha portato già oggi ad un punto preoccupante.

La effettiva ed efficace rappresentanza del Parlamento è un architrave del nostro assetto costituzionale democratico, in cui la centralità delle assemblee elettive è un elemento imprescindibile. Un conto è modificare per migliorare, altro è portare un attacco al ruolo del parlamento e dei parlamentari, proprio in una fase in cui tensioni sociali e suggestioni autoritarie non sono presenti solo in Italia e spingono verso forme di accentramento e di soluzioni politiche che potrebbero far temere derive autoritarie. In campo ci sono da un lato la Costituzione e i miglioramenti necessari per fare funzionare meglio la democrazia favorendo la partecipazione consapevole dei cittadini, dall’altro il populismo e la deriva autoritaria dell’uomo (o donna) solo al comando.

La Presidenza fa appello a tutti i Comitati per il No per concordare le iniziative, ai Comitati territoriali di muoversi con spirito unitario per spiegare le ragioni del nostro No. Fa altresì appello ai media affinché le settimane che mancano all’apertura vera e propria della campagna elettorale referendaria siano dedicate a chiarire l’oggetto e gli effetti del voto, assicurando la par condicio per tutte le opinioni, in specie negli spazi radio televisivi. Fa infine appello ai cittadini perché organizzino, nelle forme compatibili con le raccomandazioni volte ad evitare in futuro nuovi rigurgiti della pandemia, la diffusione delle ragioni del No.

La Presidenza convocherà il direttivo nazionale nella settimana successiva alla decisione sulla data del voto sul referendum costituzionale per organizzare l’avvio della campagna di iniziative.

Roma 8 giugno 2020