COORDINAMENTO TOSCANO per laDEMOCRAZIA COSTITUZIONALE

esprime viva preoccupazione di fronte al riaffacciarsi di nuovi tentativi di radicali modifiche della Costituzione repubblicana, in particolare per quanto riguarda l’equilibrio fra i poteri dello Stato e i meccanismi che devono garantire l’effettivo esercizio della sovranità popolare sancita all’art. 1 Cost.

 

Il CDC esprime una valutazione negativa in merito alla riforma costituzionale, recentemente approvata, che riduce sensibilmente il numero dei parlamentari, perché in presenza di una legge elettorale con una forte componente maggioritaria ne risulta pesantemente penalizzata la rappresentatività delle stesse Camere, fino al rischio di escludere importanti fasce di elettorato e/o aree geografiche. La motivazione del ‘risparmio dei costi’ appare assolutamente inadeguata a giustificare tale ulteriore distorsione della volontà popolare.

A questo proposito il CDC ribadisce la propria richiesta che, visti gli effetti distorsivi sulla composizione del Parlamento dell’attuale legge elettorale e l’alto tasso di astensionismo alle consultazioni politiche, tutte le modifiche costituzionali vengano sottoposte alla valutazione popolare con l’indizione dei referendum previsti dall’art. 138 Cost.

 

La riduzione del numero dei parlamentari, di per sé non inaccettabile se in presenza di un sistema elettorale proporzionale, deve infatti essere valutata nell’insieme delle altre riforme attualmente presentate, allo studio o minacciate: in particolare della rimozione del divieto di vincolo di mandato (art.67 Cost), dell’attuazione del 3° comma art. 116 Cost. (autonomia differenziata regionale), della creazione di nuove forme di referendum (per es il ‘referendum propositivo’) che rischiano di delegittimare la funzione del Parlamento rendendolo ricattabile da organizzazioni lobbistiche e corporative.

 

Anche se apparentemente rinviata, non meno preoccupante sarebbe la attuazione della cd ‘autonomia differenziata’ regionale, che avrebbe conseguenze particolarmente pesanti sul piano della eguaglianza dei cittadini e della solidarietà nazionale. Il CDC toscano conferma pertanto la propria opposizione a questa attuazione del 3° comma dell’art. 116 tale da contrastare con i principi e diritti fondamentali della I parte della costituzione esaltando i poteri dei governi regionali, minando alla base da un lato il carattere redistributivo – senza argini territoriali – dell’imposizione fiscale, dall’altro l’ispirazione equalitaria di servizi pubblici fondamentali come la tutela della salute, l’istruzione pubblica, l’efficienza delle infrastrutture per la mobilità, ecc…

Alla base delle richieste di autonomia appare sin troppo evidente l’obiettivo della acquisizione di dotazioni finanziarie da sottrarre alle politiche nazionali.

E’ inoltre da considerare assolutamente inaccettabile una procedura di approvazione delle “intese” che veda escluso il Parlamento dalla valutazione delle conseguenze di accordi fra Governo e esecutivi regionali, che risulterebbero irreversibili e di fatto sottratti perfino al sindacato della Corte Costituzionale.

 

L’insieme di questi interventi su materie particolarmente sensibili sul piano istituzionale sembra rivolto a delegittimare la centralità del Parlamento come organo legislativo, concentrando tutti i poteri a un Esecutivo svincolato da controlli, che già oggi risulta di fatto presentatore della quasi totalità delle norme approvate.

Si ripete così ancora una volta, fra richieste di ‘pieni poteri’ e ingegnerie che impediscono agli elettori di scegliere da chi farsi rappresentare, il tentativo di attribuire alla Costituzione repubblicana e antifascista la crisi del funzionamento del nostro sistema democratico.

 

Il CDC toscano invita le cittadine e i cittadini a non farsi condizionare da martellanti campagne di disinformazione, fondate su slogan semplicistici, che troppo spesso sollecitano  individualismo e egoismo, nascondendo le reali conseguenze di ‘riforme’ frettolose che hanno ben altre finalità, a richiedere invece il rispetto e l’attuazione dei principi costituzionali di democrazia, legalità, solidarietà e eguaglianza su cui si fonda la Repubblica e a pretendere l’approvazione di una nuova legge elettorale proporzionale, senza o con minime soglie di accesso, che consenta l’esercizio effettivo della sovranità popolare.

 

 

Firenze, 17 novembre 2019