Il decreto Salvini è stato approvato dal Senato con voto di fiducia. Il voto di fiducia è servito per imporre l’approvazione di questo testo ai senatori 5 Stelle, al cui interno c’è forte malessere. Malgrado questo ricatto alcuni di essi hanno rifiutato di votarlo, con fondate e importanti  motivazioni di merito. Il decreto Salvini è un testo di legge grave e preoccupante, che contiene rotture pesanti con importanti principi costituzionali, compromette quel tanto che era stato costruito per affrontare un problema epocale come le migrazioni che sono in gran parte fughe da guerre, feroci dittature, discriminazioni, torture, rischio della vita. Per di più questo decreto non riuscirà a realizzare neppure gli obiettivi che dichiara di voler raggiungere, malgrado metta in discussione diritti fondamentali delle persone, basta vedere i magrissimi risultati ottenuti sui rimpatri, dopo aver sparato cifre mirabolanti. Occorre attendere il voto definitivo della Camera per avviare la procedura che può portare a sottoporre le parti incostituzionali del decreto al giudizio della Corte e chiedere il rispetto della nostra Costituzione.

Da subito invece deve essere rafforzata un’azione di informazione, denuncia e iniziativa per sensibilizzare e organizzare una risposta forte, in modo da contrastare nel modo più ampio questo provvedimento. Non solo con il ricorso agli strumenti costituzionali ma preparando una larga mobilitazione in tutte le forme possibili, perché occorre contrastare in profondità cultura e politica che lo hanno ispirato. Molte e diffuse iniziative nel territorio nazionale possono contribuire a costruire una risposta di massa. È evidente che questo decreto fa parte di una strategia della Lega, che è iniziata con l’attacco alle navi delle Ong, che pure avevano il merito di aver salvato centinaia di migliaia di vite umane nel Mediterraneo, con l’ostracismo verso il sindaco di Riace, che aveva il merito di avere costruito un sistema innovativo di integrazione dei migranti, con l’incoraggiamento a iniziative regionali e locali che puntano a discriminare gli immigrati, da ultimo in Lombardia, e ad alimentare un clima di autentico respingimento, ignorando le loro condizioni, i loro diritti, elementi fondamentali di umanità e solidarietà.

Sono di grande rilievo e del tutto condivisibili  le critiche dei senatori 5 Stelle che non hanno votato la fiducia al governo pur di non contraddire principi costituzionali e di civiltà. È grave che ora venga esercitata su di loro una pressione fino a metterli sotto accusa. Sotto accusa dovrebbe essere la sudditanza dei vertici 5 Stelle alla Lega. Va sottolineato che se questi senatori hanno potuto votare liberamente, fino ad astenersi dal votare la fiducia, è perché è tuttora in vigore l’articolo 67 della Costituzione che garantisce ai parlamentari la libertà di votare senza vincoli di mandato, secondo coscienza. Se i parlamentari non avessero questa garanzia costituzionale verrebbero ridotti a parte di un mero votificio, senza alcuna possibilità di esprimersi secondo convinzioni e coscienza. Il ricorso al voto di fiducia è un comportamento che in passato i 5 Stelle hanno duramente criticato e che oggi purtroppo adottano, contraddicendosi pesantemente, pur di difendere il patto con la Lega e per tenere in piedi ad ogni costo il governo, derogando perfino dal “famoso” contratto di governo e finendo per subire l’egemonia di Salvini e della Lega.

Perfino l’argomento caro ai 5 Stelle “né di destra né di sinistra”, che sappiamo essere destituito di fondamento, è stato gettato alle ortiche perché questo provvedimento ha una chiara impronta di destra, che purtroppo i 5 Stelle hanno subito. Infatti affronta i problemi legati all’immigrazione come un mero problema di ordine pubblico, instaura un sistema di detenzione, fuori controllo, con tempi raddoppiati, costruisce un sistema di regole per realizzare il massimo di respingimenti, anche sull’ordine pubblico regredisce verso strumenti e comportamenti sbrigativi e arroganti e questi non solo verso i migranti ma anche i cittadini del nostro paese. Questo decreto costruisce una legislazione discriminatoria ed egoista, contraria a principi fondamentali di solidarietà. L’impronta di destra del decreto Salvini è evidente e purtroppo i 5 Stelle hanno rinunciato a contrastarla, finendo con il subire un provvedimento odioso, discriminatorio e grave.

Il prezzo pagato con il ricorso al voto di fiducia è molto grave ed è del tutto inutile tentare di bilanciarlo con la proposta di bloccare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio perché i guasti di questo provvedimento targato Lega sono troppo gravi. Inoltre l’accordo Lega-5Stelle sulla prescrizione ha un futuro del tutto incerto perché crea un collegamento con la più generale riforma del processo penale che rinvia la possibile entrata in vigore del blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio al 2020. Come ha detto Davigo con una battuta fulminante, entrerà in vigore in un futuro troppo lontano, dopo la sua morte, mentre le norme targate Salvini sui migranti entreranno in vigore subito dopo l’approvazione.

Il tentativo di dividere gli argomenti di influenza politica tra i 2 partiti della maggioranza si sta rivelando una trappola per i 5Stelle, che pagano prezzi pesanti alla destra, e in un vantaggio per la Lega, che appare, e purtroppo è la forza egemone in questo governo. Quello che sembra sfuggire a Di Maio è che ogni provvedimento va giudicato per quello che stabilisce, pensare di riequilibrare in altri campi non porta lontano e il prezzo lo pagano tutto i 5Stelle. C’è ancora la possibilità di bloccare questa deriva alla Camera, bloccando o almeno cambiando il decreto Salvini altrimenti i 5Stelle saranno corresponsabili e pagheranno un prezzo politico e di credibilità pesante che andrà a tutto vantaggio della Lega, ben consapevole che un impegno che scatterà tra almeno un anno potrebbe non diventare esigibile.

Il decreto Salvini è un punto di svolta nelle politiche e nell’equilibrio interno a questo governo e purtroppo per ora la Lega sembra esercitare un’egemonia.