Il Fatto Quotidiano del 26 luglio 2018


Le grida di Salvini tentano di coprire l’assenza dei (suoi) risultati e di mettere in ombra alcuni ottenuti da Conte come la ripartizione in altri paesi UE dei migranti di un barcone, è l’opinione condivisibile di Stefano Feltri.
Malgrado non ci sia pericolo di invasione e il numero dei migranti sia crollato, la Lega alza sempre più i toni e Salvini cerca di affermarsi come uomo forte del governo. Ci riesce fin troppo.
I toni moderati di Conte non bastano, per riuscire a contrastare la Lega occorre che Di Maio e i 5 Stelle esprimano una posizione diversa, superando un ruolo fin troppo subalterno, superando una divisione dei compiti e aprendo un confronto esplicito sui migranti.
Certo, l’Italia ha altri, seri problemi. La rachitica ripresa economica sta già rallentando ed è indispensabile una strategia di rilancio e per reagire al rischio declino l’Italia ha bisogno di una quota di lavoratori stranieri. Gran parte degli immigrati farà lavori che gli italiani non vogliono fare e questo convive con i giovani che non trovano in Italia una risposta coerente con la loro formazione, che è costata alla collettività somme ingenti.
Il lavoro degli stranieri subisce uno sfruttamento inaccettabile, condizioni di vita inumane in ghetti invivibili, fonte di tensioni con aree della popolazione a contatto con questo degrado.
I rifugiati hanno diritto d’asilo, ma c’è anche una storia di flussi di immigrazione controllata, motivata da ragioni economiche, da ricongiungimenti familiari, ecc. Queste esperienze sono saltate, ne resistono aree limitate.
Una recente legge di iniziativa popolare propone una versione aggiornata dei flussi programmati di immigrazione, responsabilizzando chi chiede mano d’opera. Perchè non esaminarla e approvarla ? Così si uscirebbe da una polemica in cui chi chiede di salvare vite umane viene accusato di volere aprire le porte a tutti. Tra tutti via e tutti in Italia c’è lo spazio per una linea ragionevole, rispettosa dell’imperativo di salvare tutte le vite e di organizzare l’accoglienza possibile in Europa.
E’ indispensabile cambiare il trattato di Dublino. Avere accettato che il paese di arrivo si tiene i migranti è stato miope, né è giustificabile lo scambio con un occhio benevolo sulla gestione del debito pubblico. In passato è stato sospeso transitoriamente il trattato di Shengen, fondamento della libera circolazione in Europa. Perchè l’Italia non sospende la clausola che prevede la permanenza dei migranti nel paese di arrivo fino alla modifica di Dublino ? Ci sono paesi sottoposti ad un numero ingestibile di arrivi, l’Europa deve farsene carico o prenota la sua crisi. Dichiarare che i nostri confini sono quelli dell’Europa non basta ed è contraddetto dalla volontarietà e dalla clausola dell’unanimità.
I migranti sono un banco di prova per il futuro dell’Europa, proprio ora che Trump sta incoraggiando il distacco di paesi dall’Unione, per reggere l’Europa deve essere una vera comunità.
Garantire la vita dei migranti è il primo imperativo per tutti, non si può condannarli a restare o riportarli a forza nei lager libici, con evidenti pericoli per l’integrità e la vita, ignorando le sinergie tra gestori dei lager libici e scafisti. La vergognosa campagna contro tutte le ong serve a nascondere una sconvolgente verità di morte.
I bombardamenti occidentali hanno creato il caos politico in Libia tuttora irrisolto, parlare di accordi con governo, autorità locali, tribù suona macabro ottimismo.
Italia ed Europa in passato hanno subappaltato alle ong il compito di salvare vite in mare, salvo poi scatenare una campagna indiscriminata con l’obiettivo di escluderle e il ministro dell’Interno si arroga il potere di dichiarare la chiusura dei porti.
L’obiettivo è far fare alla Libia il lavoro sporco.
Nessuno vuole ospitare tutti i migranti in Italia. Va bene avere redistribuito parte degli ultimi arrivi, ma senza un meccanismo europeo certo l’Italia sarà di nuovo sola ad affrontare ogni nuovo arrivo.
L’obbligo di salvare vite in pericolo è inderogabile. Lo dicono la Costituzione, le leggi del nostro paese, una montagna di trattati e di regole europee. Contravvenire è un reato, odioso se provoca la morte di persone. Il respingimento di gruppi senza consentire ai singoli di dimostrare la propria condizione di rifugiato è un reato.
Ministri, sottosegretari commettono reati se anziché ottemperare alle leggi intimano ad organi dello Stato di infrangerle. Occorre rispettare il ruolo di polizia, carabinieri, Gdf e magistratura, che possono essere messi sotto accusa se non rispettano le leggi.
Occorre costituire un osservatorio per il rispetto della legalità, a partire dalla vita delle persone, come previsto da Costituzione, leggi, trattati, e quando questo non avviene possa avviare la procedura per mettere in stato di accusa chi si macchia di questi reati.
Alfiero Grandi