“Col Rosatellum 2.0 stanno partorendo l’ennesima legge elettorale anticostituzionale”. Felice Besostri, classe ’44, è avvocato amministrativista, docente di diritto pubblico comparato ed ex Senatore dei Ds. In passato ha proposto ricorsi contro le leggi elettorali adottate per il Parlamento europeo e le regioni Lombardia, Campania, Umbria, Sardegna e Puglia. Ma, soprattutto, è stato protagonista dei ricorsi, parzialmente vinti, contro il Porcellum e l’Italicum. Ora, da rappresentante del coordinamento degli Avvocati Antitalikum, sta affilando le armi per la prossima battaglia giuridica, quella contro il Rosatellum 2.0. Il prossimo 12 dicembre la Corte stabilirà l’ammissibilità del ricorso. “Già l’aver chiesto la fiducia rende questa legge incostituzionale, la Consulta la riterrà incompatibile coi valori della nostra Carta”, afferma.

Besostri, il Parlamento ha varato la terza legge elettorale consecutiva che verrà considerata incostituzionale?

Siamo alla violazione dell’art 54 della Carta, il quale prevede che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Qui, invece, non c’è limite alla decenza. In nessun altro Paese d’Europa sarebbe consentita una cosa del genere.

Secondo l’editorialista del Corsera Aldo Cazzullo “lei è diventato un personaggio di culto come distruttore di leggi elettorali”. Si riconosce in tale affermazione?

Oltre ad essere un avvocato, sono un socialista e mi sta a cuore la nostra Costituzione. La gente ha combattuto per ottenere questa Carta ed è giusto difenderla con ogni mezzo.

Al di là che il Rosatellum è passato con il voto di fiducia, quali sono i punti incostituzionali?

L’aspetto fondamentale è la violazione dell’art 48 della Costituzione che stabilisce che il voto debba essere segreto, libero, uguale e personale. Se tali caratteristiche del voto erano già negate con l’Italicum, ora lo sono negate in maniera persino maggiore.

Il voto congiunto (tra collegio uninominale e liste per il proporzionale), le liste bloccate e le pluricandidature, sono questi gli altri elementi che vanno a minare i principi costituzionali?

La prima e più importante ragione di incostituzionalità del Rosatellum 2.0 riguarda la impossibilità di esprimere la preferenza. I cittadini, in base alla nostra Carta, hanno il diritto di scegliere i loro rappresentanti. Ma non sarà così: due terzi dei parlamentari, deputati e senatori, saranno nominati da capi-partito con liste bloccate. Inoltre, un’altra cosa grave: nel sistema misto, stabilito dal governo, non scorporano gli eletti con i voti presi all’uninominale. In poche parole, i consensi all’uninominale vanno ad incrementare, alterandola, la quota proporzionale.

Però è stato tolto il premio di maggioranza, considerato incostituzionale dalla Consulta, che invece era previsto con l’Italicum. Non è un buon segno?

Siamo ad una truffa, il premio di maggioranza c’è ma è nascosto. Il partito che ottiene la maggioranza relativa nei collegi uninominali, otterrà un premio nella parte proporzionale. A differenza dell’Italicum non è quantificabile, però esiste eccome.

Ci faccia un esempio concreto, per far capire i lettori…

In base ai sondaggi, il M5S è dato al 25% al proporzionale mentre nel complesso, in Parlamento, dovrebbe avere il 20% degli eletti perdendo così quel 5% di differenza che andrà al partito che otterrà più voti nella parte uninominale. Come lo chiama questo se non premio di maggioranza?


Per il costituzionalista Gaetano Azzariti questa legge tradisce l’elettore “facendogli credere che si sono costituite delle alleanze mentre i partiti rimangono tra loro separati, tanto è vero che il giorno dopo le elezioni potranno liberamente concordare governi e maggioranze con i partiti di qualsiasi altra parte politica comprese quelle avversarie rispetto al voto espresso”. È d’accordo?

Era così anche prima. È la combinazione tra voto congiunto e liste bloccate che porta questa legge fuori dall’alveo costituzionale. I parlamentari non rappresenteranno, infatti, la Nazione senza vincolo di mandato, come chiede l’art. 67 della Costituzione, ma chi li ha nominati. Praticamente, col Rosatellum 2.0 si decide di sacrificare la giusta rappresentanza con l’obiettivo di una stabilità di governo che non si raggiungerà. Si sacrifica inutilmente la rappresentanza.

Il presidente Mattarella non dovrebbe firmare la legge?

Già il fatto d’esser stata approvata col voto di fiducia, dovrebbe spingere Mattarella a non firmarla. Tra l’altro, l’unico modo per salvare questa legge elettorale consiste nel rimandarla alle Camere con alcune osservazioni. Il Parlamento potrebbe accogliere i suggerimenti di Mattarella modificandola sotto alcuni aspetti per renderla costituzionale.

E se Mattarella la promulgherà? 

Verrà ricordato come il Presidente della Repubblica che ha avallato un’ennesima truffa per gli italiani. Spero vivamente che la legge verrà bocciata dalla Consulta.

Del Tedeschellum cosa ne pensava?

Senza l’inserimento del voto disgiunto, era anticostituzionale. Mentre la soglia di sbarramento, se identica sia alla Camera che al Senato, può essere compatibile con la nostra Carta. Nel Porcellum, invece, era prevista la follia di soglie differenti per i due rami del Parlamento.

In passato Lei si è schierato a favore di un sistema proporzionale. Solo questo è compatibile con la nostra Carta?

Essendo un difensore della Costituzione, sono favorevole al proporzionale perché i nostri Padri costituenti avevano stabilito la forma parlamentare e questo sistema elettorale. Ma, attenzione, il proporzionale non è il solo legittimo: ho già ribadito più volte, ad esempio, che un sistema maggioritario, sul modello inglese ad esempio, sarebbe totalmente compatibile con la Costituzione.

Nella sua crociata contro il Rosatellum 2.0, ha avuto rapporti con qualche partito?

Nell’ultima audizione al Senato sono stato invitato a Palazzo Madama sia dal M5S che da Sinistra Italiana. Per un certo periodo sono stato anche candidato alla Corte Costituzionale in quota M5S, però resto un giurista e mi tengo alla larga dalla politica. I gruppi parlamentari facciano la loro battaglia contro il Rosatellum ed io la mia.

Nel caso in cui la Corte non riterrà ammissibile il ricorso, sta pensando ad altri strumenti?

C’è un altro organo dello Stato a cui appellarsi che è il “popolo sovrano” e capire se c’è o meno conflitto di attribuzione. In base alle recenti sentenze della Corte di Cassazione (8878/2014) e della Consulta (1/2017 e 25/2017), in nuce la giurisprudenza dovrebbe elevare il livello di tutela riconoscendo al popolo sovrano cioè al corpo elettorale di poter sollevare il conflitto di attribuzione. Il diritto, cioè, di votare secondo la Carta. Principio che questa classe politica continua costantemente a violare.

intervista a Felice Besostri su Micromega a cura di Giacomo Russo Spena (1 novembre 2017)