articolo di Domenico Gallo pubblicato sul Corriere dell’Irpina
In questi giorni sui mass media hanno tenuto banco le dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, ribadite mercoledì scorso nell’audizione davanti alla Commissione difesa del Senato. Si è scatenata una furiosa polemica intorno all’espressione “taxi del mare” che il Vicepresidente della Camera, Di Maio, ha incautamente utilizzato, riferendosi all’attività di soccorso e salvataggio in mare operata dalle navi di alcune ONG che incrociano di fronte alle coste della Libia. Indubbiamente si tratta di un’espressione infelice da cui traspare un tono sprezzante verso l’attività di soccorso e trasporto verso porti sicuri del flusso di disperati che proviene dalle coste libiche. In realtà era già accaduto qualcosa di simile quando era in corso l’operazione “mare nostrum”, avviata dal governo italiano dopo il tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, che ha provocato la morte di 366 persone. Allora molti sollevarono “lo scandalo” di uno Stato che non usava la Marina militare per respingere le invasioni ma per andarsi a prendere gli invasori, al limite delle coste libiche, e trasportarli nel nostro territorio. L’unico elemento di novità è che questo tipo di polemica, mentre prima si faceva nelle discussioni nei bar, adesso viene rilanciata attraverso le dichiarazioni di un Procuratore della Repubblica, sotto il pretesto di fare chiarezza su comportamenti oscuri. Peccato che i giornali non abbiano dato lo stesso risalto alle dichiarazioni rese sempre in Commissione Difesa del Senato dal Presidente di Medici senza Frontiere, Loris De Filippi, che ha osservato che quello che è accaduto non c’entra nulla con il fare chiarezza. È stato diffuso un sospetto, e anche in modo approssimativo, ribaltando qualsiasi metodo investigativo e di inchiesta. Eppure Medici senza frontiere ha salvato 60.390 persone sostenendo la propria azione esclusivamente attraverso donazioni private.: "Ogni giorno – spiega De Filippi – migliaia di uomini, donne e bambini continuano a prendere il mare affidandosi a trafficanti senza scrupoli. Non lo fanno perché potrebbero esserci delle barche a salvarli al largo della Libia, ma perché non hanno altra scelta, e le politiche europee non offrono loro alcuna alternativa. Non sono le organizzazioni umanitarie, ma le politiche europee a favorire i trafficanti". Il presidente di MSF Italia, ha dovuto difendersi dal discredito e dalle insinuazioni che negli ultimi giorni hanno infangato le Ong ed ha ribaltato con fermezza il suo punto di vista: "Non ci sentiamo affatto sul banco degli imputati, al contrario crediamo che a dover salire sul banco degli imputati siano innanzitutto le istituzioni e i governi europei che per troppo tempo hanno volutamente omesso di rispondere a questa chiamata d’aiuto, non fornendo un sistema europeo di soccorso, non offrendo nessuna alternativa a chi disperatamente chiedeva protezione nel continente europeo. La nostra presenza in mare come quella di altre Ong è il risultato del fallimento dell’Europa e dei suoi stati membri nel gestire in maniera umana ed efficace i flussi migratori". Ma la cosa che più preoccupa, ha aggiunto il presidente di Msf: "non sono tanto le accuse alle Ong, ma il complessivo avvelenamento del clima in cui le stesse autorità italiane e le Ong lavorano. Oggi chi fa ricerca e soccorso in mare rischia di trovarsi circondato da un’ostilità che per il Paese rappresenta un enorme passo indietro(…) Continua una campagna di discredito che si basa su informazioni non suffragate per ora da chiare evidenze, anche da parte di soggetti che per ruolo istituzionale dovrebbero contribuire a fare chiarezza invece che cercare visibilità diffondendo a mezzo stampa insinuazioni e sospetti". L’effetto di queste polemiche nei confronti delle ONG ha avuto una ricaduta immediata portando ad una vertiginosa caduta delle donazioni e pregiudicando gravemente la raccolta del 5xmille, che è una fonte di finanziamento fondamentale per chi salva le vite in mare. Ecco un buon motivo per capire a chi versare il nostro 5xmille.